Flora
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Pungitopo |
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La grande
varietà delle situazioni geomorfologiche presenti sul territorio
della Valtiberina, unita all’ azione dei fattori antropici hanno
fatto si che l’area presentasse una notevole diversità sotto
l’aspetto vegetazionale. Dalle zone di pianura fino ad una quota
di circa 800-1000 metri (aree collinari e submontane),
sono presenti, dove i terreni non vengono coltivati, boschi
mesoxerofili dominati dal cerro, spesso associato ad
altre specie, a seconda delle condizioni microstazionali in cui
si trova. Nei versanti delle alture esposti a sud, la
vegetazione si fa più propriamente xerofila, con la
presenza di piante di roverella, ginestra odorosa,
ginepri, biancospino e rosa canina. Invece
i versanti esposti a nord presentano caratteristiche più
mesofile, ed al cerro si associano i carpini bianco e
nero, l’orniello, l’acero opalo e campestre,
sorbi, ciliegi e noccioli, mentre il piano
arbustivo è composto da ginestra dei carbonai, erica
arborea e scoparia.
In questa fascia è compreso anche
il castagno, che si trova a vegetare soprattutto nella
zona circostante il comune di Caprese Michelangelo. Qui si
trovano cedui di castagno, detti “paline”, perché
tagliati a turni brevi (10-15 anni) per ottenere paleria di
piccole dimensioni, e spesso derivano da castagneti da frutto
abbandonati; e castagneti da frutto ancora attivi.
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Castagneti da frutto |
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Questi ultimi costituiscono delle formazioni bellissime a
vedersi, per l’atmosfera da “bosco incantato” che
rievocano, con i tronchi contorti ricoperti di muschio, le
chiome folte attraverso le quali filtra la luce del sole, ed il
sottosuolo prativo, libero da arbusti e cespugli. Anche se
appaiono estremamente naturali, la loro bellezza è dovuta alla
certosina e continua opera di lavoro dell’uomo.La parte più
elevata dei versanti, sopra ai 1000 metri, è invece il
regno delle faggete, che costituiscono associazioni
vegetazionali diverse a seconda delle condizioni ecologiche e
stazionali in cui si trovano. Assieme al
faggio si associano il cerro, l’acero montano, il frassino
maggiore, il ciliegio e l’abete bianco. Le faggete si ritrovano
soprattutto sui versanti delle Alpi della Luna e
nell’Alpe di Catenaia e costituiscono boschi
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Acero |
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bellissimi sia in
primavera, quando i rami degli alberi si ricoprono di gemme grasse
e verdi, che esplodono con forza a testimoniare il perpetuo
risvegliarsi della natura, che in autunno ed in inverno, quando la
neve crea un manto continuo nel sottobosco, su cui si disegnano le
ombre eleganti ed allungate degli alberi, all’illuminare del sole,
ancora basso all’orizzonte. Alle stesse
quote delle faggete, oscillanti fra gli 850 metri ed i 1100 metri
circa, sia su arenaria che su substrati marnoso-argilloso-arenacei,
si trovano le praterie, anche se non sono molto diffuse.
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Orchidee
selvatiche |
Nelle aree di
erosione sia dei substrati marnoso-argilloso-arenacei che di
quelli a prevalenza di arenaria sono frequenti aree nude
dove le piante sono confinate nei pochi luoghi di accumulo del
terreno rappresentati da strette cenge. La vegetazione che si
sviluppa viene definita vegetazione pioniera, perché capace
di spingersi dove altre forme non sono capaci, e di modificare il
terreno per aprire la strada ad altre formazioni erbacee. La
vegetazione pioniera presenta un grado di copertura molto basso ed
un numero di specie assai variabile.
In Valtiberina
vi sono anche zone abbastanza estese con popolamenti totalmente
artificiali, eseguiti a partire da inizio secolo e intensificatisi
soprattutto negli anni ’30 per scopi di protezione idrogeologica
dei versanti. Le specie utilizzate sono soprattutto conifere (pino
nero, douglasia, abete bianco) ed i
rimboschimenti più estesi si trovano in 5 comuni su sette Anghiari
(Monti Rognosi), Pieve S.Stefano (Modina Catellaccia),
Sansepolcro (Castora, Montevicchi), Badia Tedalda (Montebolino)
e Sestino (Colcellato e Valenzano).
Campanula persicifolia
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