Geologia e Geomorfologia

 

Il territorio toscano della Valtiberina si presenta con un’ampia varietà di ambienti, dovuti alle diverse caratteristiche pedologiche della zona. La porzione più ampia del territorio è costituita da una pianura alluvionale, formatasi in seguito al depositarsi di detriti portati dai principali corsi d’acqua nel corso dei secoli; la più vasta è quella attorno a Sansepolcro, delimitata dal corso del Tevere appena uscito dall’invaso di Montedoglio.

Sempre legati all’acqua sono i terreni attorno ad Anghiari e Monterchi, di derivazione fluvio-lacustre, dove dominano le argille rosse a costituire bassi rilievi .Nei terreni alluvionali tra Anghiari e Pieve S. Stefano affiorano invece le ofioliti: rocce magmatiche e marine che alle volte prendono un colore verde e un aspetto scaglioso come la pelle di un rettile, oppure luccicano come metallo scuro. Le ofioliti costituiscono la formazione dominante della valle; possono sviluppare una morfologia anche molto accidentata con versanti erosi, che assumono l’aspetto di calanchi. Sono le formazioni tipiche dei Monti Rognosi, delle Serpentine di Pieve S.Stefano, come delle rocce di Monte Murlo, Monte Petroso e di Poggio delle Calbane, tutti facenti parte del comune di Pieve S. Stefano. I suoli ofiolitici sono poco adatti all’agricoltura, ma sono considerati aree protette per la particolare vegetazione che riesce a crescervi.

Attorno a Pieve S. Stefano (Monte Modina e Poggio Castellaccia), vi è una zona in cui le alture sono costituite dall’alberese, roccia bianca, originatasi da sedimenti calcarei o calcareo-marnosi. I profili che creano sono coperti, nella maggior parte dei casi, da prati e boschi. Altre formazioni marnoso-arenacee sono quelle delle Alpi della Luna, nella zona orientale di Pieve S. Stefano. Sono rocce grigie e possenti che creano effetti sovrannaturali soprattutto nei mesi invernali, grigie nella vegetazione e ricoperte di neve. La parte meridionale dei Monti della Luna è invece costituita da macigno, come pure l’Alpe di Catenaia, vicino a Caprese Michelangelo. Sono rocce di tipo sedimentario che, alternandosi a terreni con scheletro fine e ricchi di sostanza organica, hanno permesso la coltivazione del castagno, rendendo il comune di Caprese un po’ più “ricco” e ancora oggi famoso per la buona qualità di quei frutti.

Tra le formazioni rocciose particolarmente pittoresche sono da ricordare il Sasso di Simone e il Simoncello, nella parte nord orientale della Valtiberina toscana, al confine con l’Umbria. Sono formazioni rocciose che emergono possenti dal terreno circostante, creando una brusca interruzione allo sguardo, affascinando e colpendo per la loro singolarità. Il Sasso di Simone è formato da un blocco di calcare che poggia su una base d’argilla, che ne costituisce la sua fragilità, ma permette la formazione in alcune zone, di un paesaggio calanchico, molto affascinante. La vegetazione è molto variabile, vi sono boschi e pascoli, ed in primavera la sua sommità, per un breve lasso di tempo, si ricopre di un’eccezionale fioritura di bucaneve e delle rosee corolle delle colombine, permettendo di ammirare uno splendido spettacolo. Sulla cima del Sasso di Simone si possono ammirare, oltre all’ampio scorcio di paesaggio nelle giornate limpide, i resti di antichi insediamenti umani risalenti alla metà del 1500.

Sasso Simone

Indice dei capitoli

- Introduzione alla Valtiberina
- Cenni storici
- Geologia e geomorfologia
- Flora…
- …e fauna
- Cultura…
- ...gastronomia…
- …ed artigianato
- Approfondimento sul tartufo
- Eventi e manifestazioni
- Aree protette
- S.I.C. siti d’importanza
- comunitaria
- Le riserve naturali statali
- Pescare in Valtiberina
- Sui passi di S. Francesco
- Scopriamo i comuni della
- Valtiberina