Alcune norme comportamentali sono comuni a tutte le attività svolte in
un ambiente all’aperto, dove si è a diretto contatto con la natura e si
attraversano luoghi abitati. Tali essenziali norme comportamentali
possono essere brevemente elencate qui di seguito.
A
queste norme generali ne possono essere aggiunte altre, che rientrano
nella normale buona educazione, quali quelle di
salutare
sempre e rispondere
cortesemente
alle persone che s’incontrano sui sentieri e lungo le strade e nei
luoghi abitati e chiedere sempre il permesso di passare, quando il
sentiero attraversa una proprietà privata. Quando si è in compagnia, con
qualsiasi mezzo si viaggi (piedi, bicicletta o a cavallo) è sempre bene
cercare di
rimanere in gruppo
in modo da non spicciolarsi troppo lungo un percorso, soprattutto quando
si avvicina a strade statali o centri urbani: sarebbe opportuno cercare
di mantenere tutti l’andatura delle persone più lente, anche per poter
prestare loro aiuto, qualora fosse necessario.
Ultima
raccomandazione,
ma non per questo meno importante, è quella di
non saccheggiare
frutta e ortaggi dalle piante che s’incontrano sul cammino,
anche se i rami si protendono sul sentiero ed i frutti sono facilmente
raggiungibili: cercando di ricordare sempre che qualcuno può aver
faticato per ottenere un meritato raccolto.
Camminando lungo i percorsi della R.E.V. incontrerete molte case
contadine…….NON
rifiutate
mai un caffè che vi viene offerto e abbiate sempre tempo di scambiare
due
chiacchiere
con un contadino, rimarrete sicuramente colpiti dalle loro parole così
semplici e al tempo stesso così sagge;
tornerete a casa più ricchi di prima e farete un piacere a chi di
persone nuove ne vede così poche.
RACCOMANDAZIONI E CONSIGLI UTILI…. |
Per chi va a cavallo il principale aspetto da prendere in considerazione
è proprio il rapporto con quest’ ultimo. Infatti
cavallo
e
cavaliere
viaggiano accoppiati durante l’escursione ed è principale dovere del
cavaliere occuparsi del proprio animale affinché si trovi nelle migliori
condizioni possibili, come pure deve cercare di prevedere e limitare
ogni comportamento anomalo e di pericolo per sé stessi e gli altri, che
l’animale può manifestare in particolari condizioni.
Il padre dell’equitazione naturale
F.Caprilli,
così scrive: “E’ bene ricordare che il cavallo farà da sé per bene
ogni passaggio di campagna, se il cavaliere non lo contraria e favorisce
la sua naturale attitudine a guardare dove mette i piedi. La regola
principale e fondamentale è quella di non costringerlo mai ad avanzare
senza lasciargli il modo di osservare il percorso, lasciarlo libero
senza contrariarlo cedendo però al momento opportuno”.
A questo riguardo è
quindi fondamentale conoscere il proprio animale, così da sapere quali
tratti del sentiero possano costituire per lui un pericolo o essere
causa di stress, solo così si può controllare bene l’animale, prepararsi
per smontare e condurlo a mano, o addirittura allungare il sentiero per
aggirarli. Viceversa quando possiamo fidarci del nostro destriero si
può procedere tranquilli.
Le salite,
soprattutto se lunghe e ripide, vanno affrontate con andatura a zig-zag;
altrimenti si può lasciare il cavallo libero di avvalersi dello slancio
acquisito durante la corsa e piegarsi in avanti, per non gravargli
troppo col peso mentre fa la salita. Nelle discese è necessario
ricordarsi di liberare le reni e le redini dell’animale e di
incoraggiarlo, con un corretto lavoro di gambe. E’ importante prestare
attenzione al tipo di suolo su cui ci troviamo a cavalcare, ricordandoci
che un terreno molto duro e accidentato (peggio ancora l’asfalto) da
seri problemi alla muscolatura, alle giunture e ai legamenti del
cavallo. A questo proposito è bene controllare spesso anche le
condizioni di ferratura del proprio animale e se non sanno usare gli
appositi strumenti per rimettere chiodi e ferri, è bene provvedere
almeno ad avere l’apposita “scarpetta”, che permette di far
muovere l’animale fino ad un punto dove potrà essere nuovamente ferrato. I cavalli devono
essere accuditi in ogni fase dell’escursione, anche durante le soste:
è bene sempre legarli e mai perderli di vista (anche se si conosce molto
bene l’animale). Non vanno mai chiusi in un recinto con altri cavalli
di cui non sappiamo il temperamento). E bisogna evitare che si
alimentino troppo in prati di erba fresca, per il pericolo delle
coliche. Inoltre è necessario abbeverarli con moderazione e a
piccoli sorsi, soprattutto se sono sudati; ed in questo caso è opportuno
anche asciugarli con paglia e/o stracci, e coprirli con l’apposita
coperta, soprattutto se c’è vento (insomma: fare come facciamo per noi,
quando, alla fine di una passeggiata, ci copriamo con un maglione!). Se
poi non abbiamo familiarità con il cavallo, perché è stato preso a
noleggio, cerchiamo di conoscerlo e studiarne i comportamenti, come pure
di tenere a mente tutte le raccomandazioni che ci sono state fatte a suo
riguardo.
Un cavaliere esperto
può avventurarsi anche da solo lungo un’escursione, ma spesso è più
prudente ( e soprattutto più divertente) procedere in gruppo,
meglio se muniti di accompagnatore (fornito del patentino
professionale di Guida Ambientale Equestre rilasciato dalla Regione
Toscana). Inoltre, come diremo
anche per gli escursionisti a piedi ed in bicicletta, e come è “buona
norma” per chiunque si appresti a fare una gita in
montagna/campagna, è bene studiare il percorso per vederne il
dislivello, la lunghezza e l’eventuale presenza di punti dove il cavallo
può incontrare delle difficoltà. Può essere opportuno,
specie per uscite di più giorni o comunque quando si è in compagnia di
persone inesperte che potrebbero aver bisogno di fermarsi e
rifocillarsi, informarsi sull’usufruibilità delle strutture previste per
le soste e della presenza di punti per l’approvvigionamento idrico;
inoltre è bene cercare di seguire il tracciato riportato sulla
cartina. Un cavaliere esperto potrà individuare anche delle soluzioni
alternative, ma è importante non compiere variazioni sul percorso senza
prima aver chiesto autorizzazione all’organizzazione ippica della zona,
alle persone del posto e cercando di mantenersi il più vicini possibile
alle strade segnalate, anche per non arrecare danno alle coltivazioni e
mettersi in situazione di pericolo.
Ricordare sempre che
opportuno non superare le 5-6 ore di sella a giornata e di non
oltrepassare i 30 km di percorrenza massima. L’andatura raccomandata per
il 90% dell’escursione è il passo e talvolta si possono
fare dei piccoli trotti e solo quando il percorso lo permette si
possono fare dei brevi tratti di galoppo, possibilmente
raccolto, rispettando le distanze tra cavaliere e cavaliere. Bisogna
adattare le andature alla natura del terreno, smontando e
conducendo a mano il nostro cavallo nelle salite e discese
particolarmente ripide e rischiose e su terreni pericolosi. A
volte molti cavalieri non scendono per pigrizia o perché si sentono più
bravi a rimanere a cavallo non pensando che il buon cavaliere è invece
colui che a sempre a cuore la salute del proprio cavallo.
Per quel che concerne
la bardature del cavallo ricordarsi di: mettere una sella comoda magari
da trekking in modo da gravare il meno possibile sulla schiena
del cavallo; mettere sottocoda (o sottopancia posteriore per le selle
americane) e pettorale per evitare il movimento della sella nelle salite
e nelle discese; mettere i parastinchi che proteggano gli arti
del cavallo soprattutto dall’accidentale urto su pietre nascoste
dall’erba; portarsi lo stick repellente per gli insetti per i
periodi estivi; portarsi una borsa-borraccia da viaggio per cavalli
indispensabile per l’abbeveraggio del nostro quadrupede quando non ci
sono fonti o abbeveratoi; un piccolo kit pronto soccorso
per il cavaliere e cavallo; cap o casco per il cavaliere
sempre ben allacciato per proteggere la testa da eventuali cadute e
contusioni provocate dai rami degli alberi. Il buon cavaliere
oltretutto non fuma quando va a cavallo per prima cosa per non
urtare il sensibile olfatto dei cavalli e per evitare di provocare
incendi specialmente se stiamo attraversando un bosco nel periodo
siccitoso. Non per ultimo ne guadagnerete di salute! Lungo i percorsi della
REV sono previsti inoltre alcuni guadi (anche se ci sono sempre
dei percorsi alternativi attraverso ponti) che devono essere
attraversati sempre con una prima ricognizione a piedi per valutare la
profondità e forza delle acque. Buon accortezza è
quella di portarsi dietro delle strisce di plastica fluorescente
o dei dischi catarifrangenti in modo da segnalare la propria
presenza nelle ore crepuscolari o di scarsa visibilità (nebbia, forti
piogge ecc) soprattutto quando si percorrono tratti asfaltati con alto
traffico motorizzato.
Per ultimo ricordarsi
che quando si procede lungo una strada asfaltata bisogna mettersi in
fila indiana e mantenere la distanza di un paio di metri da un cavaliere
all’altro. è preferibile procedere, là ove possibile, sul bordo opposto
a quello dei veicoli di marcia che ci arrivano di fronte; questo perché
riusciremo a vedere le intenzioni e il comportamento dell’automobilista
e anche il cavallo avrà modo di vedere il pericolo che si avvicina
invece di sentirselo arrivare all’improvviso da dietro.
TREKKING....
La prima cosa da fare quando ci si appresta a compiere
un’escursione è assicurarsi di compierla in sicurezza. Questo si
traduce, come ricordato anche per gli escursionisti a cavallo, nello
studio preventivo del tracciato sulla carta topografica, in maniera da
adeguarlo alle necessità dei partecipanti, con particolare attenzione ai
più inesperti.
Bisogna poi
assicurarsi, prima di mettersi in cammino, di avere a disposizione
alimenti sufficienti per la giornata (se l’escursione è da mattina a
sera) o comunque fino ad arrivare alla prima tappa prevista. Sono
consigliati, in questo senso, cibi leggeri e nutrienti (cioccolata,
snack, frutta, uova, piccoli panini), che non appesantiscano, prima
lo zaino, e dopo…. lo stomaco! E’ fondamentale poi la scorta d’acqua. E’
bene che ciascuno si assicuri di averne a sufficienza per i propri
bisogni personali, tenendo presente che, se in inverno si beve poco, in
estate il consumo idrico è molto alto ed è fondamentale reintegrare
quanto più possibile la quantità di acqua sottratta all’organismo con la
sudorazione.
Per quel che riguarda
l’abbigliamento fondamentale è la scelta delle scarpe:
scarponcini leggeri alla caviglia, con una buona suola scolpita, sono
l’ideale per un trekking leggero. E poi vestiti comodi e sciolti,
preferibilmente con pantaloni lunghi anche d’estate (oppure corti, ma
con calzini lunghi) per proteggersi da arbusti, erbe urticanti e punture
d’insetti.
L’abbigliamento in
generale dovrebbe essere il più possibile a “strati” con
indumenti leggeri in cotone (traspirante) a contatto con la pelle e
camicia, maglione e giacca a vento (tipo K-way e NON piumino) per
proteggersi, nell’ordine, dal freddo, dal vento e dalla pioggia.
D’estate poi sono necessari un cappello, gli occhiali da
sole e la crema protettiva. Nello zaino poi
non deve mancare mai: una buona macchina fotografica anche
digitale purchè con un buon zoom ottico (almeno 6x), maglietta e
calzettoni di ricambio, carta e penna per appunti di viaggio, kit
pronto soccorso, elenco di numeri di soccorso del luogo in cui ci
troviamo, carta escursionistica, bussola e/ gps, pila, fiammiferi
o accendino, cordino di emergenza e binocolo per gli avvistamenti. È bene sapere che
utilizzare i bastoncini da trekking aiuta a scaricare il peso corporeo e
dello zaino anche sulle braccia, riducendo sforzi e fatica.
In ogni caso la parola
d’ordine nel preparare il necessario per un’escursione, è “essenzialità”
, ossia cercare di eliminare il superfluo e di ridurre al minimo pesi e
spazi, distribuendo razionalmente il carico nello zaino, considerando
che tutto ciò che vi si mette dentro peserà sulle nostre spalle durante
la salita.
Sorvolando sulle
prescrizioni di massima previste per tutti coloro che si apprestano a
compiere un’escursione, vengono di seguito dati alcuni suggerimenti per
chi gira sui sentieri con le “due ruote da montagna”. Prima di partire è
necessario assicurare la buona funzionalità della bicicletta
(funzionamenti dei freni, giusto livello di gonfiatura delle gomme,
sellino confortevole e manubrio in asse, lubrificazione della catena).
E’ importante portarsi dietro una “cassetta degli attrezzi” per
qualsiasi evenienza. In essa sono indispensabili un cacciavite,
tre cacciacopertoni in caso di foratura, un tiraraggi,
delle chiavi a brugola e a forcella dei numeri necessari, una
camera d’aria ed il kit da foratura (mastice, toppe e carta
vetrata), pinza, pompa (con attacco per le valvole grandi)
morsetto per aprire e chiudere le maglie della catena, nastro adesivo,
fil di ferro. Fondamentali sono poi
la borraccia per l’acqua, ben fissata al telaio, senza rischio di
sobbalzare via, incastrandosi tra le ruote, durante il percorso. Se il
percorso è di più giorni può essere opportuno farsi un’idea della
disponibilità delle officine di riparazione presenti nei centri
abitati che s’incontrano durante il percorso. In base poi, alla durata
della gita (giornaliera o itinerante di più giorni) attrezzeremo la
bicicletta con una borsa da manubrio con la cartografia,
la macchina fotografica, qualche snack e un maglione; oppure ci
appresteremo a compiere il nostro itinerario con zaino in spalla e
sacche laterali da disporre sulla parte posteriore della bicicletta. Per quel che riguarda
l’abbigliamento si suggeriscono pantaloncini corti elasticizzati e
maglietta con tasche posteriori, mezzi guanti per una buona presa sul
manubrio e per proteggersi le mani , occhiali, casco e scarpe dalla
suola robusta in estate. Quando la stagione s’irrigidisce può essere
opportuno indossare una calzamaglia o i pantaloncini lunghi
elasticizzati (detti appunto “cicliste”) cappello e guanti che
proteggano contro il freddo e l’umidità. Spesso i problemi maggiori si
verificano allorchè, dopo un tratto di salita ci si accinge a
intraprendere una discesa: è bene proteggersi, in questi casi, dal
vento, con giacche a vento (gore-tex) o K-way leggeri, ma
indispensabili. In inverno, soprattutto con rischio di pioggia, può
essere utile portarsi dietro un ricambio di indumenti, per quando si
arriva alla macchina e si torna verso casa.
Andando in bicicletta
i pericoli più frequenti che possiamo incontrare sono i seguenti:
-
pendenza superiore
al 20% che in salita può mettere in difficoltà i ciclisti meno
allenati, ed in discesa, soprattutto se il terreno è sconnesso, crea
instabilità e mette i freni a dura prova. Se sentiamo che la bicicletta
ha scarsa adesione al suolo ed entra in “derapage” bisogna
spostarsi col peso del corpo il più possibile indietro, quasi a volersi
sedere sulla ruota posteriore;
-
terreno segnato da
solchi per ruscellamento, oppure con buche profonde, sassi
sporgenti, sui quali è possibile battere il pedale: in questi casi è
facile (soprattutto in discesa) perdere il controllo della bicicletta;
-
asfalto bagnato,
fango, detriti sul sentiero etc, che riducono l’aderenza delle ruote
della bicicletta al suolo, soprattutto in curva. Inoltre il fango può
attaccarsi alle ruote, portandosi dietro sassetti e altri resti morti
del terreno, bloccando in poco tempo le ruote. E’ quindi consigliabile
percorrere i brevi tratti fangosi con la bici portata in spalla.
Vengono di seguito
elencate le norme comportamentali del mountain-biker, redatte
dall’Associazione Americana di Mountain-Bike.
-
Chi
viaggia in mountain bike deve dare sempre la precedenza agli
escursionisti a piedi: anche dal vostro comportamento dipende il
giudizio che la gente dà sullo sport del mountain-biker.
-
Rallentare e usare cautela tutte le volte che si avvicinano o si
superano degli escursionisti a piedi, facendo attenzione a non
schizzarli, che si accorgano per tempo del vostro arrivo e che non si
spaventino e compiano movimenti bruschi; salutare, tra frequentatori del
bosco, è sempre ben accetto.
-
Tenere
sempre sotto controllo la velocità e affrontare le curve prevedendo che
in senso contrario può arrivare qualcun altro. L’andatura va commisurata
al tipo di terreno e all’esperienza di ciascun ciclista.
-
Restare
il più possibile sui percorsi tracciati per non arrecare danni alla
vegetazione, e non segnare il suolo (camminamenti, fossi); evitare
assolutamente di attraversare prati con l’erba alta.
-
Nel caso
in cui s’incontrino animali liberi nel bosco, non spaventarli e dare
loro il tempo di allontanarsi. Se invece incontrate cani non legati
rallentate l’andatura e rimanete fermi frapponendo la bicicletta tra voi
ed il cane, senza fare gesti che potrebbero indurre l’animale ad
aggredirvi. Se è il caso tornate lentamente indietro.
-
Rispettare le proprietà private e pubbliche, inclusi i cartelli di
segnaletica e lasciare sempre i cancelli come sono stati trovati. E’
sempre buona norma domandare il permesso, prima di entrare in una
proprietà privata soprattutto quando vi è il cartello “vietato
l’ingresso” che significa solo: ”avvertire che ci siete”.
-
Cercare
di essere sempre e comunque autosufficienti. Questo è un consiglio
valido per ogni escursionista anche per chi fa trekking o va a
cavallo. In funzione della meta prescelta dosare e programmare viveri ed
equipaggiamento e, prima di partire, consultare sempre le previsioni
meteo locali.
-
Non
viaggiare da soli in zone isolate e, se coprite lunghe distanze,
comunicare sempre la destinazione ed il vostro programma di viaggio a
qualche persona di vostra fiducia. In ogni caso è sempre bene portarsi
dietro un telefono cellulare (con la batteria ben carica!) per ogni
evenienza.
Per finire possiamo
aggiungere di rispettare sempre la filosofia del cicloescursionista, che
cerca di limitare al minimo qualsiasi impatto con la natura, facendo
attenzione a lasciare dietro di sé meno tracce possibili di qualsiasi
tipo esse siano (danni al terreno e alla vegetazione, disturbo alla
quiete dei luoghi, rifiuti, maleducazione verso chi incontriamo sul
nostro percorso…).
Escursione
sulla neve |
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