Premessa       

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a cura del Prof. MATTEO BARBARI -  Direttore del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale (DIAF)

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a cura del Prof. VITTORIO PANERO -  Docente di Tutela del Territorio (DIAF)

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a cura del Dott. GIANLUCA BAMBI -  Docente di Strutture e Infrastrutture per il Turismo Rurale (DIAF)

 

Il paesaggio agricolo negli ultimi anni sta assumendo sempre più una funzione socio-ricreativa. In tale ottica il paesaggio è considerato non soltanto come strumento di alienazione dagli stress quotidiani delle moderna civiltà, ma come un vero e proprio custode di valori a rischio scomparsa. Questa visione del paesaggio è particolarmente evidente se andiamo ad osservare il comportamento di colui che oggi si avvicina al mondo rurale, desideroso di conoscenza diretta di ciò che lo circonda, non più dedito al solo relax statico del non far niente e del riposo assoluto. Se una volta nelle strutture ricettive dedite al turismo rurale immancabile doveva essere la presenza di una piscina, luogo ove passare gran parte della giornata, magari leggendo un bel libro piuttosto che fare il bagno da mattina a sera, oggi con la consapevolezza che la campagna è luogo di emozioni e per certi versi maestra di vita, la tendenza del “turista statico” pian piano si è trasformata in voglia di conoscenza del territorio circostante. Difatti oggi, tra le prime richieste fatte al proprietario della struttura ospitante, vi è quella di informazioni turistiche del territorio riguardanti l’ambiente, la storia, le tradizioni e i prodotti tipici.

La voglia di conoscenza e soprattutto la voglia di provare direttamente con le proprie mani, vedere con i propri occhi, gustare con il proprio palato, udire con il proprio orecchio e odorare personalmente i profumi di un luogo hanno determinato un radicale cambiamento della tipologia di fruitore delle nostre campagne. Il turista rurale, come viene internazionalmente riconosciuto colui che esplora i territori extra-urbani, oggi ha voglia di conoscenza, vuole scoprire personalmente il territorio che lo circonda. E come lo vuole scoprire? Da una parte c’e forte richiesta di mobilità dolce, intesa come percorsi da poter fare senza l’ausilio di mezzi a motore, dall’altra vi è l’esigenza di percorsi idonei e studiati per il turista, che ha esigenze diverse dall’escursionista sportivo.

Il turista rurale vuole, in definitiva, conoscere le bellezze dei luoghi, magari attraverso percorsi brevi, facili e sicuri, ma al tempo stesso didattici, che sappiano mettere in luce nel miglior modo le tipicità di un territorio. Di fondo la voglia è quella della scoperta e della conoscenza del territorio rurale; la ruralità è sinonimo di tipicità, del tempo che viaggia lento, di identità autentiche e di qualità della vita, ossia valori sempre più difficili da ritrovare soprattutto nelle grandi metropoli. Ecco che la vita agreste è vista come custode di valori a rischio estinzione, di un modus vivendi sano e genuino, lontano dagli inquinamenti della modernizzazione, volta solamente alla velocità e al progresso.

Il mondo agreste ed in particolare le aziende agricole assumono quindi sempre più un ruolo multifunzionale rispetto alle sole produzioni agricole. La campagna è guardiana di quei sani valori che la velocità di oggi vuol farci dimenticare, ma che sono comunque radicati in ognuno di noi, basti pensare alla qualità dell’aria e alla salubrità degli alimenti. Da questo punto di vista le infrastrutture dedicate alla mobilità dolce delle nostre campagne devono essere riviste, per rispondere alle nuove esigenze del fruitore che, come detto, vuole conoscere in maniera semplice, sicura e tranquilla. Progettare percorsi per il turista rurale non allora cosa semplice, in quanto abbiamo visto che sono molti i fattori da tenere in considerazione.

Alla luce di quanto esposto, mi ha fatto grande piacere subentrare, nel ruolo di responsabile del progetto, a uno stimato collega, il prof. Vittorio Panero, che ha affrontato queste tematiche fino al termine della propria carriera di docente universitario, portandole nel Dipartimento con entusiasmo e riconosciuta competenza.

 

  Prof. Matteo Barbari

Direttore del D.I.A.F

 

 

Negli ultimi anni si stanno sempre più sviluppando e diffondendo iniziative volte alla riscoperta ed alla valorizzazione delle potenzialità produttive, ambientali e culturali delle aree rurali e, in particolare, di quelle collinari e montane ove le difficoltà dipendenti dalle caratteristiche del territorio ne avevano impedito, finora un adeguato sviluppo. Si tende in particolare a stimolare iniziative imprenditoriali atte a consentire nuove possibilità produttive delle aree agricole e forestali ed a promuovere la fruizione turistica del patrimonio naturale e ambientale, per il rilancio di tali aree. Il cosiddetto “ecoturismo”, termine che sta ad indicare appunto una forma di utilizzazione produttiva del patrimonio che la natura ci offre, è un’attività che ha subito negli ultimi anni un notevole impulso, e che trova in questi ambienti la sua massima espressione nell’escursionismo.

L’escursionismo può rappresentare quindi una delle principali opportunità di sviluppo socio-economico del mondo rurale e montano. Questa attività, caratterizzata da elevata valenza sociale, educativa, didattica e ricreativa è infatti capace al contempo di appagare un sempre maggiore desiderio di rapportarsi con la natura per riscoprirne i valori dimenticati, di ripopolare le campagne e di valorizzare la storia e la cultura dei territori rurali e forestali.Il concetto di ecoturismo è strettamente collegato a quello oramai più che noto di sviluppo sostenibile, obiettivo e “slogan” per il XXI secolo, lanciato in seno alla conferenza di Rio de Janeiro su “Ambiente e Sviluppo” nel 1992 (W. Beckermann, 1995). In definitiva l’escursionismo può essere considerato l’espressione massima del concetto di ecoturismo in quanto capace di fornire, da una parte, un contributo alla conservazione di quelle aree che hanno mantenuto intatte le risorse paesaggistiche e ambientali, e ancora da un’altra, di consentire a molti di trovare vantaggio dal vivere in ambienti naturali. Una reale valorizzazione delle aree in argomento attraverso la promozione, lo sviluppo e l’espansione dell’escursionismo richiede, fra l’altro, l’attivazione di una appropriata politica di programmazione e pianificazione di interventi strutturali sul territorio per la realizzazione di una rete sentieristica adeguata alle diverse forme di escursionismo, in grado di valorizzare le caratteristiche naturalistiche, paesaggistiche e culturali e quindi di incentivare una frequentazione razionale e sostenibile del territorio rurale.

La creazione di una moderna rete escursionistica costituisce quindi la base per la formazione di un piano di sviluppo turistico-ricettivo di un territorio, in quanto, grazie all’incentivazione delle diverse forme di fruizione (cavallo, trekking e mountain bike) e al collegamento efficiente delle varie realtà turistiche e ricettive presenti sul territorio, è in grado di “destagionalizzare” le presenze e allungare i tempi di visita dei turisti. Inoltre, laddove se ne presenti la possibilità, l’individuazione di sentieri lungo antiche vie di comunicazione, rappresentate da itinerari e tratturi oramai completamente in disuso, permette il recupero di un patrimonio storico e culturale di alto valore. A questo contribuisce pure il fatto che lungo questi riscoperti sentieri escursionistici possano essere recuperati annessi agricoli caratteristici oramai completamente abbandonati, come seccatoi, fienili, bivacchi, rifugi temporanei, antiche poste per cavalli, ecc., che possono essere trasformati e utilizzati con finalità escursionistiche.



Prof.  Vittorio Panero
Docente di Tutela del Territorio

 

 

Se la storia, la cultura e l’arte continuano a rimanere i settori trainanti dei grandi flussi turistici, c’è da sottolineare il sempre maggiore grado di attrazione da parte della campagna e del mondo rurale in generale, che si esprime attraverso il turismo rurale che vede nel turismo escursionistico, in quello enogastronomico, religioso e scolastico le sue diverse rappresentazioni. Il turismo rurale deve essere considerato come elemento prioritario della valorizzazione dell’identità locale in piena armonia con le caratteristiche peculiari del territorio e dell’ambiente. Il turismo rurale, deve integrarsi di più con l’offerta di prodotti dell’enogastronomia, dell’agricoltura e con l’artigianato tipico, divenendo così fattore di sviluppo economico di più ampio raggio. Inoltre ogni forma di investimento nel settore turistico deve vedere una netta compartecipazione alle strategie e agli obiettivi sia del privato che del pubblico, questo esprime il concetto del fare SISTEMA INTEGRATO di qualità. Si tratta di un rapporto dinamico tra le principali componenti del turismo “residenti – turisti - ambiente” in cui ogni intervento nel turismo deve tener in conto le ricadute e le possibilità di sviluppo negli altri settori economici. E’ necessario quindi un approccio integrale del turismo che tenga conto di tutti costi e i benefici sia sotto l’aspetto economico, sia sotto quello sociale ed ecologico. Appare opportuno infatti sensibilizzare i privati dei vari settori d’interesse, affinché vivano pienamente il proprio ruolo imprenditoriale, con grande attenzione ai criteri di qualità, di auto formazione e di innovazione. Con il supporto delle amministrazioni pubbliche e delle associazioni di categoria i privati dovranno accrescere specifiche competenze per consolidare e migliorare l’immagine globale dei servizi offerti, giocando così in prima persona un ruolo rilevante nell’offerta turistica complessiva.

Il progetto REV vuole difatti consolidare il “SISTEMA TURISMO RURALE” provinciale attraverso il potenziamento di una modalità di lavoro orientata all’integrazione di tutti i settori produttivi del territorio, puntando a costruire un reale sistema turistico integrato. Il forte legame tra risorse turistiche e territorio favorisce la promozione di tutte le capacità produttive, umane e culturali di un’area e rende disponibili i canali di distribuzione del turismo alla vendita di prodotti e servizi degli altri settori.

La REV è stata inoltre progettata tenendo presente il concetto di “sostenibilità”, vale a dire l’esigenza di adottare politiche di sviluppo che tengano conto del rapporto costi – benefici, non solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale. L’obiettivo principale della REV è stato e sarà anche nella fase due, quello di sviluppare e incentivare il turismo rurale che è capace di portare benefici a tutte le parti interessate (turisti, imprese turistiche, popolazione locale) riassorbendo il più possibile i costi complessivi di tale sviluppo. Da una parte vi è l’esigenza di promuovere un corretto uso del patrimonio ambientale – storico – artistico – culturale della Valtiberina, dall’altra vi è la necessità di far diventare il turismo rurale uno dei settori di sviluppo dell’economa locale in modo da portare benefici di natura economica e occupazionale stabile ai residenti.

La prima fase della REV si è conclusa con la progettazione di una rete base di percorsi (oltre 250 km) che mettono in collegamento tutte le Aree Protette della Valtiberina con i relativi percorsi interni, i capoluoghi di Comune, i luoghi d’interesse turistico (il 90%) e la maggior parte (oltre l’85%) delle strutture ricettive extra-urbane. La prima fase ha inoltre prodotto, oltre alla presente guida, una cartografia tematica 1:50000 anche in formato vettoriale, un completo database dei percorsi, un cd-rom divulgativo con cartografia e dati GPS e il sito internet www.valtiberina.toscana.it/divulgativo/index.html. E’ stato inoltre predisposto il navigatore da Montagna MyNav appositamente configurato per la Valtiberina (MYNAV VALTIBERINA) che oltre ai dati stradali come un normale navigatore riporta tutti i percorsi e i PIN della REV.

Nella seconda fase è stato maggiormente sviluppato il concetto di Sistema Turismo Rurale attraverso la creazione di percorsi didattici che valorizzino i prodotti tipici della carne chianina e del tabacco con il coinvolgimento degli imprenditori privati interessati. Questi saranno ideati e progettati per il turista rurale che viene in Valtiberina e vuol conoscere le sue tipicità in modo diretto e nella totalità del ciclo produttivo. Per incentivare ulteriormente il turismo escursionistico sportivo è stato progettato un percorso canoa-kayak nell'invaso di Montedoglio. Inoltre, per il turista colto che vuole scoprire le bellezze storico-culturali dei capoluoghi interessati dai percorsi REV sono stati predisposti sette percorsi all'interno dei rispettivi capoluoghi di Comune. Questi sono stati realizzati in modo da far scoprire tutte le realtà presenti nel Comune interessato anche quelle meno conosciute, e divulgati attraverso la realizzazione di depliant accattivanti che sono stati raccolti all'interno di un cofanetto dal titolo "La terra di mezzo". Nel cofanetto è stato inserito anche un opuscolo intitolato "Soggiornare in Valtiberina" che riporta tutte le informazioni più importanti per il soggiorno del turista, quali: eventi, strutture ricettive, musei, dove mangiare e numeri utili, associati ad informazioni ed immagini sul territorio. Tutti i dati relativi alla seconda fase del progetto REV saranno inseriti all'interno di questo sito internet ed anche nel prossimo prodotto della Mynav appositamente configurato per la Valtiberina "Mynav Tourist Valtiberina", una completa ed innovativa audio guida multilingue.

 

 

Dott. Gianluca Bambi

Docente di Strutture e Infrastrutture

per il Turismo Rurale